A chi si rivolge il percorso Partorire Cantando?
Il percorso Partorire Cantando si rivolge alle mamme che stanno vivendo l’ultimo trimestre della loro gravidanza fisiologica.
Consente di prepararsi per il parto in modo molto attivo, con l’aiuto della voce.
Accenni alla storia di Partorire Cantando
Il Metodo Partorire cantando è stato creato da Elisa Benassi presso l’Ospedale Carlo Poma di Mantova intorno al 1995.
È un’importantissima tecnica di preparazione al parto che trova le sue origini nell’ascolto delle voci di tante donne in travaglio.
Elisa Benassi infatti ha individuato la forma della voce che caratterizza i parti facili.
Così ha iniziato a proporre alle mamme in gravidanza la conoscenza di questa voce particolare con la quale possono accompagnare facilmente la nascita del loro bambino.
Ha poi condotto ricerche che confermano la grande efficacia del Metodo.
Le moltissime donne che hanno frequentato questo corso di preparazione al parto, l’hanno vissuto come una bellissima esperienza e hanno poi partorito con una grande presenza a se stesse.
Che cos’è Partorire Cantando?
Partorire Cantando è il vero e proprio Training Psicofonetico che fa accostare la voce utile per il Parto.
Aiuta a capire che la voce, al posto di essere una semplice manifestazione involontaria, è l’importantissima leva di cui ogni donna dispone per rendere più facile il suo travaglio e la nascita del suo bambino.
Partorire Cantando fa scoprire la voce, molto diversa da quella parlata e cantata, con la quale si crea la cantilena che rende il parto attivo e facile.
Che cosa avviene in questo corso di preparazione al parto così speciale?
Si scopre la natura vibratoria e ritmica del travaglio
In travaglio l’utero crea delle onde di contrazione della durata di un minuto ciascuna. Queste onde, dapprima rade, si fanno sempre più ravvicinate, fino a creare la forma di un suono. Per un minuto ecco la contrazione, per un minuto ecco la pausa.
Il suono prodotto dall’utero, è il suo “canto”. Non è udibile, però può essere capito e vissuto bene se viene accompagnato con altre onde, quelle del respiro e della voce.
Si aprono le porte ad un nuovo ascolto.
Nel travaglio le porte sensoriali si schiudono verso l’interno del corpo della mamma che sta per partorire.
I suoni del respiro vengono percepiti come quelli delle onde del mare. Queste non sono le stesse di quando viviamo, parliamo o cantiamo, ma cambiano la loro direzione. Durante la contrazione hanno il compito di accompagnare la progressione del bambino verso la sua nuova sponda, la Terra.
Si conosce la nuova voce.
Nel travaglio la voce che segue la giusta onda del respiro cambia molto le sue qualità.
Diventa sfuocata, ampia, calda, profonda e viene diretta al bambino.
Se la conosciamo prima e la accogliamo, poi è facile utilizzarla durante la contrazione.
I suoi effetti sono molto potenti: attiva il secondo motore del parto che è il diaframma, aumenta la dilatazione e facilita la discesa del piccolo che sta per nascere.
Si sperimenta la giusta organizzazione corporea.
Quando la nuova voce cavalca l’onda della contrazione, obbliga il corpo ad andare verso la terra.
La voce lo aiuta a scendere realizzando questo movimento, non come si farebbe comunemente, ma “dal di dentro”.
Così tante forze si sommano per far avanzare il bambino.
Si comprende come ridurre il dolore
La nuova voce è il più potente strumento di autoanalgesia che esista.
La voce che si accompagna alla contrazione ha il compito di ridurre grandemente il dolore. Ammorbidisce i tessuti, isola la sensazione dolorosa a livello locale e accresce la produzione delle endorfine, le morfine endogene che il corpo produce per stare meglio.
Si capisce come avviene il parto
Nel parto il bambino scivola attraverso i tessuti perineali. Come è possibile facilitare questo passaggio?
Le pareti vaginali sono come la bocca e con questa sono in relazione.
La voce che sperimentiamo ha la proprietà di aprire la porta della bocca e così, di conseguenza, ai apre anche l’altra porta, quella che il bambino attraverserà. Diventa molto elastica.
Il parto può essere vissuto con grande fiducia.
L’incontro di Partorire Cantando dura un’ora e si svolge in tre momenti:
- 01. Il tempo delle esperienze corporee e vocali
Questo è un momento di scoperta. Vengono proposte esperienze respiratorie, sensoriali, vocali e corporee che consentono di contattare il secondo grande motore del parto: il diaframma.
Al contrario dell’azione involontaria dell’utero, l’azione del diaframma può essere gestita in modo attivo e sapiente.
Qui si fanno anche importanti esperienze per sentire davvero come la voce può ridurre il dolore.
- 02. Il tempo della simulazione del travaglio
In questo secondo momento viene creato un travaglio simulato.
Ogni volta si riparte dall’inizio e poi si aggiungono le tappe successive, fino ad arrivare alla simulazione del parto.
Con il passare degli incontri, tutto diventa molto familiare, quasi prevedibile.
La voce diventa una grandissima alleata per abitare l’intero processo.
- 03. Il tempo del canto e della riorganizzazione
Le esperienze fatte e la simulazione del travaglio sono molto vicini alla gestione delle energie che si realizza durante il parto, dove il corpo si avvicina alla Terra.
Alla fine dell’incontro è necessario ritornare all’organizzazione funzionale necessaria per vivere.
Un tempo dedicato al canto consente di canalizzare di nuovo le energie verso l’alto, verso il Cielo.
Si riconquistano il senso della verticalità, della forza, della vitalità.
Questo tempo fornisce anche indicazioni e sensazioni per il recupero veloce delle energie dopo il parto.
Partorire Cantando è un modo piacevole di incontrarsi e di incontrare il bambino. Non è richiesta alcuna conoscenza musicale. Il benvenuto è rivolto ad ogni mamma, ad ogni coppia e ad ogni persona vicina al nascituro. Per le sedute è importante portare l’abbigliamento che consente una buona mobilità corporea.
Gli incontri di Partorire Cantando seguono gli ultimi mesi della gravidanza e si adattano alle specifiche necessità presentate da ogni mamma. Per questo è importante comunicare il periodo della gestazione e come lo si sta vivendo.